Prof. Simone Duchi
Gesù, il Cristo di Dio. Appartenenza e dedizione del Salvatore del mondo
Glossa, Milano 2022
La cristologia è una scienza che ha molti inizi ma un solo principio, Gesù. Duchi ne studia un aspetto fondamentale: il legame di quest’uomo con Dio, e viceversa. Attraverso la disamina di tre autori (Louis Billot, Karl Rahner e Roger Haight), il saggio valuta quanto abbia ancora senso parlare di unione ipostatica delineando due paradigmi sistematici tra loro conflittuali. La natura di quel legame spiega perché Gesù, il Cristo salvatore, sia il canone che rivela la verità di Dio, dell’uomo, del mondo.
Prof. Simone Duchi
Quamvis aliter alibi scripserim. Motivo ed esiti di una ritrattazione tommasiana circa il sapere umano di Gesù
in «Rassegna di teologia» 63 (2022) 37-58
Sfidando il consenso dei teologi coevi, Tommaso d’Aquino cambia parere rispetto al modo col quale svolse in gioventù la quaestio de scientia Christi. Lo studio sonda le ragioni del ripensamento per far luce sul tema cui afferisce.
L’ambito in esame risulta strategico: dalla conoscenza del Nazareno dipende infatti la verità teologica, nella misura in cui è una verità cristologica.
Di conseguenza non importa solo cosa il Cristo sapesse nei giorni della sua vita terrena, ma quale sia il rilievo teologico di tale sapere.
A. Cozzi – S. Duchi – N. Gardusi – S. Ubbiali
In dialogo con H.U. von Balthasar. Cristocentrismo, sacrificio, fede di Gesù
Glossa, Milano 2021
Il volume rende omaggio alla lezione di un grande autore verificando la fecondità di alcune intuizioni centrali che strutturano la Trilogia, ovvero l’estetica teologica (Gloria), la Teodrammatica e la Teologica, mettendole in relazione con problematiche attuali della riflessione credente. Sono così nati tre saggi autonomi, come stile espositivo e modalità di indagine, che mettono in evidenza l’intreccio di prospettive e temi di fondo che il nucleo cristologico della proposta balthasariana mette in campo. La vicenda di Gesù, rivelazione piena del Verbo di Dio, è l’avvenimento unico e indeducibile in cui si realizza un nuovo essere insieme di Dio con l’uomo. Un evento che ha una sua evidenza persuasiva e una sua drammatica, in virtù della quale la libertà finita è come inserita, trasposta e convocata nello spazio smisurato della libertà infinita e così scopre, proprio nell’incontro di libertà, che la verità dell’essere è l’amore incondizionato. Sta qui tutto il peso specifico della proposta cristiana, la cui essenza e il cui centro di propulsione resta la persona di Gesù Cristo, nel quale si incrociano e fecondano la verità di Dio e quella dell’uomo.
Prof. Giovanni Cesare Pagazzi
In pace mi corico. Il sonno e la fede
San Paolo, Cinisello Balsamo, 2021
Trascorriamo circa un terzo della nostra vita dormendo, ma ci descriviamo a partire solo dallo stato di veglia, riducendo il sonno a una stazione di servizio per “fare il pieno” e riprendere subito il cammino. Quando il dormire viene alla ribalta è quasi sempre per i noti problemi legati ai “disturbi del sonno”, sicché un terzo della vita o non merita di essere pensato, o è requisito dal medico.
Eppure Dio, creando l’uomo e la donna, li ha immaginati contraddistinti anche dal dormire. Questo dettaglio vorrà pur dire qualcosa! Avrà pure qualcosa da dire il fatto che Gesù Cristo, il Salvatore del mondo, abbia vissuto almeno tre anni (i suoi primi!) passando gran parte del tempo dormendo, come ogni bambino.
Partendo da tali considerazioni, il presente volume propone un’originale lettura del rapporto sonno-fede. A ben guardare, le Sacre Scritture dedicano molta attenzione al sonno, all’insonnia, alla sonnolenza e alla pigrizia, alla notte, al sogno. Parlano di fede e incredulità anche a partire dall’esperienza del dormire. Il grande insegnamento che ne deriva è che dobbiamo imparare ad “abbandonarci” al sonno, nella consapevolezza che mentre noi dormiamo in pace, Qualcuno si prende cura di noi, della nostra vita e del mondo.
Giovanni Cesare Pagazzi (1965), prete della diocesi di Lodi, è docente ordinario di Ecclesiologia familiare presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e la Famiglia (Città del Vaticano). Insegna teologia alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (Milano) e allo Studio Teologico Riunito dei Seminari di Crema, Cremona, Lodi, Pavia e Vigevano (oltre che presso il nostro ISSR). È docente di Estetica del sacro presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera. Redattore de La Rivista del Clero Italiano, collabora con L’Osservatore Romano. Tra le sue pubblicazioni recenti: Questo è il mio corpo. La grazia del Signore Gesù (EDB, 2016), La carne (San Paolo, 2018), Il garbo del vincitore (Paoline, 2018), Tua è la potenza. Fidarsi della forza di Cristo (San Paolo, 2019).
Prof. Fabio Besostri
Un’epigrafe longobarda nella cripta del Duomo di Pavia
in «Sepolture di re longobardi e monasteri imperiali a Pavia. Studi, restauri, scavi», a cura di Saverio Lomartire e Maria Teresa Mazzilli Savini. Comunicazione digitale a cura di Chiara Pagani. Biblioteca della Società Pavese di Storia Patria, terza serie, n. 7, Cisalpino Istituto Editoriale Universitario – Monduzzi Editore, Milano 2021, 125-130.
La prima pietra della nuova cattedrale di Pavia fu posta solennemente il 29 giugno 1488; la cripta fu la prima parte ad essere portata a compimento, nel 1492, ed è probabilmente la parte del grandioso edificio (che domina, con la sua mole, l’intera città) che più evidentemente dichiara l’ispirazione bramantesca della sua architettura. Dopo le vicende legate al tragico crollo della Torre civica (17 marzo 1989), il Duomo rimase quasi completamente chiuso al pubblico, per consentire un complesso lavoro di consolidamento statico e di restauro, ed è stato riaperto al culto alcuni anni or sono. Nel settembre nel 2018, durante alcuni lavori di pulizia, in maniera del tutto inattesa ritornò visibile un’iscrizione, creduta in un primo momento quella della prima pietra della cattedrale. Si trattava in realtà di un reperto ben più antico, come dimostra lo studio accurato effettuato dal prof. Fabio Besostri: la parte inferiore dell’epigrafe tombale (perduta) del re longobardo Liutprando, colui che è autore della traslazione delle reliquie di sant’Agostino dalla Sardegna a Pavia (evento di cui cade in questi anni il tredicesimo centenario). Lo studio del prof. Besostri fornisce alcuni elementi decisivi per la biografia del re longobardo e ricostruisce le vicende di questo reperto, che viene così a costituire un unicum nel suo genere: un’iscrizione dell’VIII secolo ricollocata in un edificio del XV, rimasta nascosta per cinquecento anni e ora finalmente riportata alla luce.
Prof. Simone Duchi
Chiamati a libertà. Appunti per una forma cristologica dell’autonomia umana
in «Rivista teologica di Lugano» 26 (2021) 101-114
Il recente dibattito tra Karl-Heinz Menke e Magnus Striet prosegue una controversia nent’affatto nuova. Il suo punto di crisi coincide con la parola che campeggia nei titoli dei loro contributi: libertà. Attorno ad essa ruotano i temi discussi dai due teologi, primo fra tutti quello dell’autonomia umana. Invece di stilarne un indice analitico, questo breve commento mira a proporre un criterio guida col quale riordinare il loro dissidio. Colta la vera crux interpretum (chi è l’uomo, ossia il soggetto della libertà in esame), il testo ne offre una lettura centrata su Gesù. Se egli non è solo veramente uomo, ma il vero uomo, allora elaborare la figura antropologica della libertà significa illustrare la figura cristologica della libertà.
Prof. Simone Duchi
Tra il dire e il fare. Approccio a tre presenze di Dio, per il suo unico Verbo, nell’identico Spirito
in «Rassegna di teologia» 62 (2021) 67-88
In che senso si afferma che Gesù è il Verbo incarnato, che l’Eucaristia è il corpo del Signore e che il libro dell’Esodo è parola di Dio? Dopo aver dedicato un affondo ai primi due punti, tento di offrire una riflessione quanto al terzo.
A partire dal parallelo tra il modo di concepire l’unione ipostatica e la composizione delle Scritture, intendo tracciare una sinossi tra Cristo, Scrittura ed Eucaristia come presenza della Parola di Dio nella carne, nel testo, nei frutti della terra e del lavoro dell’uomo.
Prof. Simone Duchi
Per la nostra salvezza. Che merito ne ha Gesù? Una lettura soteriologica della libertà del Nazareno
in «La Scuola Cattolica» 149 (2021) 75-102
Esplorando la logica del rapporto tra volontà di Dio e libertà di Gesù, questo studio vuole concentrare l’attenzione sul suo merito nell’intento di saggiare pertinenza e attualità della categoria. Posto che rivelazione di Dio e salvezza dell’uomo sono un unico, indivisibile fatto nell’evento cristologico, allora l’una come l’altra sono opera di Dio, che per grazia la vuole, e dell’uomo, che liberamente la realizza. Perciò l’idea di merito può ben esprimere il singolare valore dell’agire del Cristo in ordine alla salvezza.
Prof. Simone Duchi
Ecce ancilla Domini. Osservazioni sul fondamento teologico della verginità di Maria
in «Vivens homo» 31 (2020) 397-421
Dedicato alla verginità della madre di Gesù, questo studio considera quel che la Chiesa professa, illustrando perché lo crede vero e discutendone il valore dogmatico. Verifica di conseguenza il senso della verginità in esame mediante un inventario dei maggiori rilievi opposti e degli argomenti a favore. La qualità del rapporto con la persona di Cristo, il Figlio di Maria, appronta la tesi che intendo supportare: nella consistenza storica dell’incarnazione di Dio stanno il motivo e la pregnanza della perenne verginità della giovane nazarena. Inesauribile a un dato anatomico, questo carattere esistenziale appare inseparabile dalla corporeità dell’evento che coinvolge anzitutto chi ha dato al mondo il Redentore.
Prof. Simone Duchi
Angelo e diavolo: ipotesi per un’elaborazione culturale del dramma tra grazia e libertà
in «Studi Patavina» 67 (2020) 499-511
Sembra che un saggio sistematico sugli angeli sia destinato alla ripetizione del dato tradizionale, o a una sua smentita. Nella forma di una sintesi programmatica, questo studio mira piuttosto a scorgere proprio nella bontà di quel dato l’esigenza di un suo aggiornamento. All’apparente marginalità del tema fa da contrasto un prezioso banco di prova per la storicità della fede e dell’ermeneutica teologica. La lettura proposta fa leva sulla distinzione di due piani: angelo e demonio sono componenti del dramma salvifico, ma intenderli come soggetti sovrumani è proprio di una concezione del mondo che non vincola la fede ai propri presupposti. Né spiriti né proiezioni umane, propongo di scorgere in angeli e demoni realtà spirituali che traggono senso nell’esperienza credente dell’agire di Dio.
Prof. Simone Duchi
O res mirabilis: quel pane è il corpo di Cristo. Invito a un duplice realismo
in «Rassegna di teologia» 61 (2020) 33-56
Il saggio tratta della presenza del Signore Gesù nell’Eucaristia in prospettiva ontologica. La ricerca muove dalla lezione tommasiana e dall’insegnamento ecclesiale come luoghi per cogliere istanze e limiti della tesi della transustanziazione. La critica allo strumento prediletto per descrivere la conversione eucaristica sarà funzionale a quest’ipotesi: l’avvento di Dio in Cristo è paradigma per l’avvento di Cristo nelle specie eucaristiche.
Prof. Simone Duchi
La fede di Gesù come visione di Dio: appunti per una teologia cristo-logica
in «Studia Patavina» 67 (2020) 107-119
A proprio fondamento, il credo cristiano riconosce in Gesù di Nazareth il mediatore e la pienezza della Rivelazione. La presente ricerca intende far luce sul perno più intimo di tale fondamento: come Gesù sa di essere il testimone del Padre, il Figlio inviato con potenza di Spirito santo? Da dove gli viene tale competenza? In particolare, Cristo ha quella fede alla quale dà origine e compimento? Per chiarire la domanda, va rivolto lo sguardo alla sua consapevolezza teologica: questa si pone come fattore decisivo per la nostra relazione con Dio. È infatti lo stesso Gesù, in qualità di mediatore della salvezza, ad autorizzarla e autenticarla. Offrire un panorama degli assetti che la descrivono aiuta a cogliere le distinte idee di cristologia e di fede che vi si sviluppano.
Prof. Simone Duchi
Gesù, il Cristo: idea fissa di Dio, impensato dell’uomo. Il senso del Verbo incarnato nel piano divino
in «La Scuola Cattolica» 148 (2020) 95-121
Questo studio esplora la forma cristologica della rivelazione di Dio discutendo il tema della predestinazione di Gesù. La stima dell’assetto scolastico e manualistico della questione servirà a mostrarne le implicazioni quanto all’essere di Dio e all’unità del suo piano di creazione e salvezza. Raccolta la critica levatavi da Karl Rahner, sarà possibile confrontarsi con la recente proposta teorica del domenicano Giuseppe Barzaghi, interlocutore di entrambe le parti esaminate. L’approccio anagogico tentato dall’autore mira infatti a cogliere il meglio del portato classico così come i rilievi mossi a quell’impianto. Secondo quanto permette l’anagogia da lui codificata, intercettare la logica della rivelazione dal punto di vista di Dio porterà a discutere l’incidenza della storia di Gesù, il Verbo incarnato, non solo quanto al creato, ma quanto a Dio stesso.
Prof. Simone Duchi
Dio: uno per tutti. Studio d’una convergenza teologica tra musulmani e cristiani
in «Rivista di teologia dell’evangelizzazione» 23 (2019) 343-367
Il saggio vuole discernere la convinzione indirizzata dal Concilio Vaticano II ai musulmani affermando che essi adorano con noi il Dio unico (LG 16). Da muro polemico, la professione di un solo Dio diventa ponte tra i due credi, mostrando la radicale condizione per un loro accordo.
Analoga proposta anima la parte musulmana, già per attestazione del Corano (sura 29,46), riespressa dalla recente Lettera aperta e appello delle guide religiose musulmane. Per due diversi credi riconoscere d’adorare lo stesso Dio implica che la diversità consente, non vieta tale riconoscimento. Anzi, esso non pare un’opzione umana, bensì un asserto tratto da un’affermazione di Dio stesso. Per apprezzarne senza equivoci la sostanza, questo studio stila i caratteri di elementi basilari e comuni alle parti (rivelazione, parola di Dio, scrittura) per mostrare le condizioni e le opportunità della loro convergenza.
Prof. Giovanni Cesare Pagazzi
Tua è la potenza. Fidarsi della forza di Cristo
San Paolo, Cinisello Balsamo, 2019
Tutti siamo alla ricerca del potere. Ma esiste un giusto desiderio di potere?Scansando la retorica che lo descrive sempre e solo con contorni sinistri e malvagi, l’autore mostra come la fede nel Dio di Gesù Cristo sia il compimento dell’irrinunciabile desiderio di potere. Non per nulla, ogni domenica la Chiesa confessa: «Credo in un solo Dio, Padre onnipotente». Ben lontana dall’essere alternativa alla misericordia o all’amore, la potenza di Dio è presentata dalle Sacre Scritture come la radice della sua bontà, compassione e carità.
Attingendo alla Bibbia fino ad arrivare alla riflessione teologica e filosofica contemporanea, il saggio ripensa al legame fra fede e potere/poteri: crediamo davvero alla potenza della fede? A che cosa crediamo, se la fede non ci dona anche il potere di resistere nelle fatiche d’ogni giorno, sperando e amando?
Prof. Simone Duchi
Cosa resta della beata visio Dei? Apogeo e critica di una metafora
in «Rassegna di teologia» 60 (2019) 395-418
Il saggio intende offrire un’illustrazione critica dell’idea di visione beatifica alla luce del suo radicamento cristologico. Se la storia di Gesù non ha solo portata strumentale e dimostrativa, bensì costitutiva della realtà divina, allora la visione che Gesù matura del Padre nello Spirito coincide con la sua definitiva rivelazione. “Vedere Dio” non comporta dunque superare la testimonianza di Cristo in una disincarnata immediatezza, bensì partecipare al suo compimento nell’eterna mediazione umana che Dio ha scelto per identificarsi.
Prof. Simone Duchi
Ha fatto bella ogni cosa. Spunti cristologici per un’estetica della salvezza
in «Vivens homo» 30 (2019) 303-322
Il saggio indaga quale sia la ragione dirimente per cui la fede può sostenere che Gesù è bello. Prima d’essere argomento di devozione, a sostegno della bontà di quest’ultima si esplora il significato che l’aggettivo riveste nell’attribuzione a Cristo secondo l’uso biblico, per verificarne quindi la recezione nella riflessione teologica. Lo studio dedicato alla bellezza di Gesù concerne infatti l’apparire della rivelazione divina nella carne del Verbo, consentendo una verifica della lettura di quest’evento alla luce dei dati sinteticamente acquisiti.
Prof. Simone Duchi
Enipostasia. Proposta per una verifica del concetto
«La Scuola Cattolica» 147 (2019) 441-465
La storia della teologia custodisce una ricchezza speculativa che merita sempre nuova attenzione: il concetto di enipostasia ne è ottimo esempio. Quest’intuizione vuole argomentare il modo in cui l’uomo Gesù esiste in quanto rivelazione di Dio, Verbo incarnato. Nell’ambito dello studio cristologico, le vicende del termine segnano dipendenza e sporgenza rispetto al contesto che l’ha prodotto e a quelli che l’hanno utilizzato. La moderna discussione del classico assetto calcedonese entro cui prese forma promette nuova vitalità per l’idea in esame, della quale si propone una rinnovata stima mettendo ordine tra il lessico antico e moderno, nonché nei registri trinitario e cristologico nei quali può venir adoperato.
Prof. Simone Duchi
Verità di Dio e libertà di Gesù.
La logica d’un rapporto, il senso d’una storia di salvezza
in «Rassegna di Teologia» 60 (2019) 23-44
L’articolo esplora la consistenza umana della rivelazione divina discutendo il rapporto tra verità di Dio e libertà di Gesù. La valutazione della sintesi scolastica e manualistica così come la lettura dell’opera teologica di Balthasar e Rahner porta a focalizzare l’attenzione sulla novità che l’incarnazione (cioè la vita di Gesù) comporta per Dio. La sua decisione di rivelarsi in Cristo come salvatore invita a riconoscere il carattere non solo applicativo, bensì costitutivo della libertà umana di Cristo stesso nella realizzazione di quest’intento.
Prof. Luigi Sabbioni
L’ultima lacrima
Meditazioni sul Paradiso
Glossa, Milano, 2019
C’è silenzio attorno al cielo. In merito alla vita eterna, e al cielo (paradiso) in particolare, il cristianesimo pare soffrire oggi di afasia; i credenti oscillano tra scetticismo rispetto all’insegnamento tradizionale e ipotesi nebulose riguardo a «qualcosa che comunque dovrà esserci». C’è ancora spazio per una fede sensata nella vita buona e definitiva nel cielo, oltre la morte? In queste pagine l’autore parla del cielo, a partire dalla speranza che abita i credenti e illuminato dalla rivelazione che la Bibbia offre in merito alla vita beata oltre la morte. Lo guida la rivelazione accaduta una volta per tutte e per sempre, nella resurrezione di Gesù di Nazareth, nella sua vittoria sulla morte. La sua resurrezione è la disvelata irruzione dell’eterno nel tempo, del futuro assoluto nel presente.
Prof. Franco Anelli
Teologia del popolo
EDB, Bologna, 2019
Un pensiero che giunge «dall’altra parte del mondo», che fa tesoro del meticciato culturale e il cui valore non dipende da una più o meno marcata somiglianza o prossimità con la riflessione europea e nordatlantica.
In questo libro Francesco Anelli prende in esame il pensiero teologico latinoamericano evidenziandone la ricchezza e la capacità di creare, in vari ambiti del sapere, sempre nuove sintesi vitali sul piano filosofico, teologico e soprattutto pastorale.
Prof. Franco Anelli
Il Popolo
Ed. Paoline, Milano 2019
Nel lessico bergogliano, “popolo”, “nazione” o “patria” rimanda a un tema ampio e unificante. E’ realtà che può essere accostata in molti modi, accoglie nel suo grembo i vissuti più disparati, offre supporto teorico per un tranquilla convivenza sociale, come pure è capace di tragiche derive.
Prof. Simone Duchi
Un testimone attendibile. La fondatezza del sapere credente alla prova della veracità di Gesù
in «La Scuola Cattolica» 146 (2018) 597-620
Il saggio intende offrire un’illustrazione del legame tra protocollo teologico-fondamentale e sistematico in rapporto al sapere di Gesù. La classica sintesi scolastica facente leva sulla sua visione beata come conditio sine qua non della tenuta di quel legame è messa anzitutto alla prova delle proprie esigenze. Le giuste istanze ed i limiti riscontrati spronano alla rinnovata esplorazione di un ambito decisivo per il sapere della fede che crede vero quel che Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, ha rivelato. Se questa vicenda umana non ha solo portata strumentale e dimostrativa, bensì costitutiva della realtà divina, allora l’evidenza che Gesù ha del Padre coincide con la libera esperienza che ne fa. Il sapere che Gesù matura di Dio è dunque nominabile come fede, che con pieno merito attesta la forza salvifica della verità divina. La consistenza umana di questa trova in Cristo, Logos incarnato, l’originaria misura della propria credibilità, motore d’ogni testimonianza a suo riguardo.
Prof. Romano Dasti (con Pietro Carelli)
Crema in guerra 1915-1918
Centro Ricerca Alfredo Galmozzi, Crema, 2018
In occasione del centenario della fine della prima guerra mondiale il Centro Ricerca Alfredo Galmozzi di Crema ha pubblicato il volume Crema in guerra 1915-1918, curato da Romano Dasti e Piero Carelli. Il libro raccoglie diversi contributi legati in gran parte a come la Città ed il territorio abbiano vissuto gli anni del conflitto. I vari saggi sono distribuiti in quattro sezioni: Posizioni a confronto, La Città in guerra, Echi dal fronte, La memoria collettiva. La prima sezione, dedicata allo scandaglio delle posizioni dei principali schieramenti culturali-politici dell’epoca, ossia cattolici, liberali e socialisti, contiene un saggio di Romano Dasti su “Il ruolo del clero nell’opposizione alla guerra”. Il saggio documenta come nel Cremasco gran parte del clero abbia svolto un ruolo di opposizione al conflitto in corso, rimanendo molto distante dalla retorica bellicista fortemente incentivata dalla autorità governative. Tali posizioni, influenzate dal deputato Guido Miglioli, hanno caratterizzato anche buona parte del clero cremonese e lodigiano.
Prof. Elena Bulzi e Flaminio Fonte
Maria luce di Dio
Ed. Paoline, Milano, 2018
Specialmente quando è espressione della fede, l’arte è capace di parlare a chiunque, superando differenze culturali e sociali. Questo volume intende illuminare alcuni aspetti dell’inesauribile mistero di Maria, figlia e madre di Dio al tempo stesso, attraverso immagini di opere d’arte accompagnate da linee interpretative e approfondimenti.
Quasi a fare da contrappunto, i diversi brani biblici che dettano il “tema” sono seguiti da un commento visto in primo luogo come percorso per “dare sapore alla vita”. I passi scritturistici, perciò, sono presentati con la dovuta attenzione agli esiti degli studi esegetici, ma soprattutto con l’intento di “viverli dal di dentro”, cioè di farne emergere tutta la vitalità, ancora capace di sorprendere a distanza di molti secoli.
Di immagine in immagine, di parola in parola, Maria diventa luce che rischiara costantemente la nostra vita e conduce al cuore stesso del mistero di Dio.
Prof. Giovanni Bombelli
Diritto, comportamenti e forme di “credenza”
Giappichelli, Torino, 2018
Il diritto è una realtà complessa nella quale i comportamenti si intrecciano ad un insieme di “credenze” esplicite e implicite. L’analisi dell’esperienza giuridica ordinaria rivela, anche nel confronto critico con alcune prospettive teorico-giuridiche, come essa sottenda la sedimentazione di un orizzonte articolato di assunzioni e presupposizioni ascrivibile al senso comune e ai contesti entro i quali si struttura. Ciò consente o, meglio, ha consentito di concettualizzare il diritto come dimensione unitaria, anche in chiave ordinamentale, nonché di legittimare gli assetti politico-istituzionali. Alcune attuali dinamiche socio-giuridiche, come ad esempio i processi di globalizzazione, sembrano progressivamente riplasmare e forse obliare tale plesso concettuale, determinando una profonda riconfigurazione non solo della prassi e degli ordinamenti ma, in ultima analisi, anche dei paradigmi interpretativi.
Prof. Marzio Gatti (con la prof. Monica Tassi)
Religione, magia e rito negli studi di Marc Augé
Ibis, Como – Pavia, 2018
L’antropologo Marc Augé appartiene a quella generazione di ricercatori sul campo che hanno avviato la propria carriera in Africa al momento della decolonizzazione, evento cruciale che ha imposto la necessità di una radicale rimessa in gioco dei fondamenti della disciplina etnologica.
Gli studi di Augé indicano la necessità di intraprendere percorsi di reciprocità culturale attraverso una nuova apertura sociale e simbolica, con alle spalle l’eredità di una disciplina ormai forte delle grandi esperienze intellettuali dello strutturalismo di Lévi-Strauss e davanti un mondo avviato verso la globalizzazione.
La sua ricerca è in grado di sollecitare nuovi raccordi interdisciplinari ponendo al centro dell’analisi un nuovo oggetto che è la pratica relazionale in cui confluiscono le definizioni antropologiche, le istituzioni sociali e le strutture simboliche. Ciò vale anche per l’ambito religioso, dove costruzioni interamente umane di tipo storico-sociale e insieme simboliche costringono a un confronto-scontro tra la presunta universalità religiosa e la tangibilità delle differenze profonde delle culture.
Prof. Emanuele Campagnoli
Immaginazione e indifferenza a partire dal Frammento 531L di Blaise Pascal
in «Teologia» 43 (2018) 236-261
L’evangelizzatore si trova oggi a fronteggiare il muro di gomma dell’indifferenza. Ma cos’è l’indifferenza? La tesi che sottostà al presente articolo è che tale affezione del cuore non sia una realtà univoca: vi sono due indifferenze, ben diverse tra loro sia per il contenuto (ciò che è messo tra parentesi), sia per la forma (il modo con cui si mette tra parentesi). E se l’una (l’indifferenza chiudente) caratterizza lo stile di vita del super-uomo contemporaneo, l’altra (l’indifferenza aprente) è prerogativa di Dio e del Santo. Tale doppia forma d’indifferenza viene qui ampiamente illustrata all’interno degli scritti di Pascal, prendendo come spunto iniziale l’enigmatico riferimento ai due giri dell’immaginazione, contenuto nel frammento 531L. L’esame della doppia indifferenza permetterà, in conclusione, di tratteggiare tre principi regolativi per il cammino della nuova evangelizzazione: fare altrimenti, invece che fare di più; uscire dalla mondanità; riformare invece che riorganizzare.
Prof. Emanuele Campagnoli
Pensare a Dio. Percorsi di filosofia teologica
Stamen, Roma, 2018
Il presente testo entra in quel grande dialogo che ruota attorno al mistero di Dio, del suo Nome, della sua Presenza e del suo Volto. Si passa da un filosofo all’altro, senza ordine di tempo, cercando di cogliere da ciascuno uno stimolo, un frammento che orienti a pensare a Dio piuttosto che pensare Dio. Il filo rosso che le pagine offrono è dato dal passare dal privilegiare la categoria del bisogno — categoria che rischia facilmente di farci precipitare nelle trappole dell’idolo — all’eleggere quella del desiderio — categoria che ci apre all’Altro, nel rispetto della sua più decisiva intimità (interior intimo meo) e, contemporaneamente, della sua più resistente alterità (superior summo meo). Un desiderio, in particolare, verrà portato alla luce: quello di amare ed essere amati.